Tra i numerosi templi di religione scintoista sparsi per il Giappone, è piuttosto comune imbattersi in quelli dedicati alla divinità Inari (稲荷神), facilmente riconoscibili per due particolari elementi: i numerosi portali Torii e la presenza di molte statue di volpi.
Ci sono varie storie e leggende che si dicono essere legate alle origini della divinità Scintoista di Inari, ma la più nota è quella raccontata in alcuni frammenti dello Yamashirokoku Fudoki (un’antica raccolta di elementi di cultura provinciale, geografia e tradizione orale commissionata dall’imperatore).
La storia narra di Irogu del clan Hata che, per fare pratica col suo arco, era solito usare dei mochi (i tipici dolcetti di pasta di riso) come bersagli.
Un giorno, allo scoccare della freccia, il mochi si trasformò in una gru bianca e volò sulla cima di una montagna dove, una volta toccato il suolo, si trasformò in una piantina di riso che crebbe rigogliosa. Dall’insieme delle parole Ine (稲 – pianta di riso) e nari (成 – diventare) che descrivevano quell’evento miracoloso nacque il nome Inari (稲成 – coltivare riso). Per queste ragioni, Inari viene considerato come la divinità del riso ma, più in generale, dei raccolti e della prosperità negli affari (durante il periodo Edo era diventata la divinità protettrice dei fabbri).
Poiché non esiste un modo univoco di rappresentare Inari Okami, né si può definirne il genere, questo è spesso associato anche ad altre figure mitologiche o divinità. Tra le sue rappresentazioni più popolari spiccano quella di un uomo anziano seduto su un cumulo di riso con due volpi al suo fianco, quella di una bellissima donna dalle fattezze di volpe o quella della divinità buddista Dakiniten. Come vedremo, poiché considerate i suoi messaggeri, c’è uno stretto legame tra Inari e le volpi. Per questo motivo, l’immagine della divinità, viene spesso erroneamente associata a quella di una volpe.
Le Kitsune (狐 – Volpe in giapponese) sono una delle figure più popolari del folklore giapponese e sono legate a molteplici leggende. In alcune di queste sono figure benigne, mentre in altre più ingannevoli o maligne. In questo caso vedremo solo quella che ha portato ad associarle alla divinità Inari.
Secondo la tradizione, si narrava che Inari risiedesse sulla montagna e scendesse a valle solo durante i periodi del raccolto al fine di favorirlo, per poi tornare nella dimora invernale. Lo stesso comportamento era tenuto anche dalle volpi che, durante il periodo del raccolto, scendevano a valle per nutrirsi dei roditori che avrebbero altrimenti minacciato il raccolto stesso. Inoltre queste volpi sacre sono rappresentate di colore bianco come il riso e la loro coda ricorda proprio un fascio di riso.
Per questa ragione, alle volpi è stato attribuito il ruolo di messaggere del Dio Inari.
Le Kitsune sono sempre presenti nei templi Inari sotto forma di statue guardiane (solitamente al posto dei classici Komainu 狛犬 – le tipiche statue di cani leone), si trovano sempre in coppia e sono comunemente custodi di un qualche oggetto; solitamente si tratta della chiave del deposito del riso o di un fascio di una pianta dello stesso.
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